MATERA, IL RISCATTO DELLA CITTA’ DIMENTICATA
0 Comment
“Matera, la città dei sassi, famosa per le sue vie e case costruite in pietra calcarea, a strapiombo sull’omonima gravina, per decenni è stata quasi ignorata dai media.
Oggi è “Capitale europea della Cultura 2019”
Nel dopoguerra Palmiro Togliatti arrivò a definirla “vergogna d’Italia”, alludendo alle precarie condizioni igieniche in cui versava la popolazione locale: case fatiscenti, sporche e con pavimentazione in terra battuta, con poveri agricoltori che vivevano e dormivano insieme al bestiame.
Poi seguirono gli anni dell’abbandono, con l’espansione del nuovo centro abitato: palazzi moderni, urbanizzazione, spopolamento delle campagne, quasi una sorta di “marchio d’infamia” su ciò che fino ad allora era stata la civiltà contadina, con i suoi pro e i suoi contro.
Ma non si può non notare il fascino senza tempo che quei ruderi continuano ad avere: un perfetto esempio di simbiosi tra l’architettura rurale e le grandezze della natura, cosi come non si può ignorare il background storico dell’altopiano delle Murge, terra carsica aspra e rocciosa modellata sin dai tempi più antichi dall’uomo che ha dovuto ingegnarsi per sopravvivere in un territorio con poca acqua superficiale e terreni difficili da coltivare.
E così, finalmente, negli ultimi anni i “sassi” sono tornati alla ribalta, con grossi flussi di visitatori da ogni parte del mondo, fino all’attuale 2019, che vede Matera assurgere al titolo di “Capitale Europea della cultura 2019”.
Il centro storico presenta incredibili analogie con i centri storici dei confinanti comuni pugliesi come Laterza, Castellaneta, Massafra, Ginosa: case in tufo, intonacate a calce (il colore bianco riflette la luce solare riducendo il riscaldamento interno estivo, e inoltre la calce era usata in passato come disinfettante per le superfici), costruite a ridosso dei versanti di ripide e profonde gravine, le cui pareti naturali sono costellate di decine e decine di grotte rupestri scavate a mano, spesso sovrapposte su più piani, e collegate da ripidi e stretti scalini che, deterioratisi nel tempo a causa di crolli e agenti atmosferici al giorno d’oggi ci fanno apparire quelle grotte quasi inaccessibili.
La città dei sassi infatti sorge sul versante ovest della Gravina di Matera, un imponente solco carsico formatosi milioni di anni fa, probabilmente grazie all’azione erosiva di corsi d’acqua di origine meteorica che, scorrendo, si sono incanalati in fratture di tipo tettonico della roccia, modellandole ulteriormente. A ciò si sono aggiunte le variazioni del livello del mare (che hanno permesso la deposizione dei sedimenti e la formazione della calcarenite).
Il torrente Gravina che l’ha scavata scorre ancora oggi sul fondo, alimentato anche da un affluente di sinistra, la gravina di Jesce, il cui torrente nasce in territorio di Altamura per poi proseguire verso Matera. La vista che si presenta all’escursionista è spettacolare e unica: un lungo e tortuoso sistema di canyons interconnessi, che per km si sviluppano tortuosi come serpenti dall’abitato di Matera verso sud: la Gravina di Matera, la Gravina di Jesce, il Vallone delle Lupare e il Vallone della Femmina. Gravine profonde in molti punti oltre 100 m, con pareti calcaree massicce a strapiombo.
Un paesaggio all’apparenza brullo, con pochi alberi e predominanza di vegetazione erbacea e arbustiva, ma che in realtà custodisce una biodiversità incredibile: le piante presenti sono adattate ai caldi climi mediterranei, e a suoli rocciosi poveri di sostanza organica, e nonostante tali difficoltà in primavera e autunno regalano fioriture magnifiche. In tutta la Murgia Materana sono state censite oltre un migliaio di specie vegetali e centinaia di specie animali, tra mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e insetti! Degna di nota la presenza della più grande colonia al mondo di falco grillaio (Falco naumanni), con oltre 2000 coppie presenti nell’areale tra primavera e inizio autunno!
Queste gravine offrono scenari naturali e storici unici, che si possono scoprire con lunghi ed emozionanti percorsi di trekking lungo i maestosi versanti, tra paesaggi steppici e grotte rupestri nascoste. Credeteci: l’esperienza di esplorare questi gioielli nascosti non ha paragoni!
Gli itinerari del trekking decorrono nei pressi di locations custodi di antiche cripte medioevali con all’interno affreschi risalenti a quasi 1.000 anni fa: le cripte ipogee di Sant’Agnese, della Madonna delle 3 porte, di san Vito, di San Nicola e di Madonna delle Croci sono solo alcune delle tante presenti.