ALLA SCOPERTA DELLA STELLA POLARE
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” Durante i Trekking notturni insegno sempre ai miei escursionisti l’orientamento di base con le stelle. E naturalmente, dopo una semplice didattica, svelo come localizzare nel cielo la Stella Polare, nostra misteriosa e fidata amica di viaggio…”
(Articolo di Max Moscato)
Osservando la Stella Polare in giorni e orari differenti, essa si troverà sempre nello stesso identico punto. Questo perché il prolungamento dell’asse di rotazione terrestre si trova, casualmente, quasi in corrispondenza della stella.
Risultato: mentre tutto il firmamento è soggetto ad un movimento apparente dovuto alla rotazione terrestre,
la polare rimane fissa.
In questo articolo spiegherò, semplicemente e senza pretese astronomiche, l’importanza di questo astro. Una stella polare è una stella distinguibile ad occhio nudo che si trova approssimativamente allineata con l’asse di rotazione di un pianeta, indicandone uno dei poli celesti. La stella polare che vediamo nel nostro emisfero indica IL POLO NORD GEOGRAFICO DELLA TERRA (approssimato di 1 grado), ossia α URSAE MINORIS, nota anche come POLARIS…. la “Stella del Nord”.
E’ una Stella che ha affascinato e diretto da sempre l’uomo anelante di orientarsi di notte.
Ma non è sempre stata lei. Nel corso della storia sono state diverse le stelle a adornarsi del titolo di stella polare. A causa della precessione degli equinozi la stella più vicina al polo nord celeste cambia col passare dei millenni. Ad esempio: Thuban (α Draconis) è stata la stella polare in passato (dal 3942 a.C. fino al 1793 a.C), e Vega lo diventerà in futuro tra circa 14000 anni …
Domanda: noi viviamo nell’emisfero nord e quindi la stella polare si vede sempre per tutta la notte. Ma chi vive al di sotto dell’equatore (Brasile per esempio)? Non la può vedere mai.
Infatti la stella polare non è rintracciabile dagli abitanti dell’emisfero sud. Funziona solo per una metà del pianeta. Tuttavia gli abitanti di Rio de Janeiro (per esempio) possono affidarsi a Sigma Octantis che è la stella visibile ad occhio nudo più vicina alla direzione del POLO SUD, ma è troppo debole per essere presa come vero segno di orientamento. Si preferisce, perciò, riferirsi alla piccola e brillante costellazione della CROCE DEL SUD e poi estendere di circa quattro volte e mezza la distanza tra due sue stelle, fino a trovare il punto.
Torniamo alla Stella del Nord e cerchiamo di capire perché tutte le stello nel cielo cambiano posizione di notte e la Polaris no.
Facciamo un esperimento. Idealmente pensiamo di avere una trottola e facciamola girare. Ovviamente la trottola ruota attorno al suo asse di rotazione verticale. Tutto il corpo bombato della trottola gira su stesso. Ma il punto superiore del giochino, invece, rimane fermo virtualmente, proprio perchè si trova in “cima”… sull’asse di rotazione.
Ora immaginiamo che la trottola sia il nostro pianeta. La linea retta che unisce il polo nord al polo sud è il suo asse di rotazione. Ciò vuol dire tutto gira attorno a quell’asse, persone comprese, tutto il giorno, tutti i giorni. Invece alle estremità della trottola (nord e sud) per il semplice fatto di trovarti alle estremità, ti sembrerà di stare fermo!
Ebbene, possiamo assumere chele 2 stelle polari Nord/Sud sono allineate alle estremità dell’asse del pianeta-trottola… quindi, anche se la Terra gira su se stessa, il manto celeste cambia la posizione, ma i punti in corrispondenza del polo Nord/Sud rimarranno immutati (almeno al momento)
COME RICONOSCE LA STELLA POLARE
E’ l’ultima stella dell’ ORSA MINORE, detta anche PICCOLO CARRO.
Data la poca luminosità delle stelle che costituiscono il Piccolo Carro, la stella polare è poco identificabile, è preferibile cercare e riconoscere l’ORSA MAGGIORE (Grande Carro). Curiosità: le 7 stelle centrali del Grande Carro (che possono ricordare un punto interrogativo al contrario) sono disposte in maniera simile e opposta rispetto al Piccolo Carro… una fotocopia rimpicciolita e invertita. Arcane Stranezze del Grande Architetto Cosmico.
Quindi, individuato il Grande Carro, per trovare la Polare basterà prolungare la linea che unisce le ultime due stelle in basso per una distanza pari a circa 5 volte quella che le separa, e prolungare una ipotetica diagonale verso destra.
Incontreremo così, magicamente, la POLARIS.